La bassa digitalizzazione come ostacolo alla crescita delle pmi italiane, in un quadro complessivo in cui le microimprese sono quelle a subire maggiormente il digital gap rispetto alle realtà più grandi. Questi, in sintesi, i risultati che emergono dall’ultima analisi Cerved sulla digitalizzazione delle imprese in Italia, che evidenzia come al diminuire delle dimensioni dell’azienda diminuiscono anche le competenze digitali impiegate per crescere.
Analizzando i dati relativi a propensione innovativa, cultura digitale e posizionamento sul web di circa 150mila imprese in Italia, emerge che il 9,1% di loro (14.506) presenta un’elevata propensione alla digitalizzazione, 32.182 PMI (il 20,3%) con una propensione alla digitalizzazione moderata, mentre la quota restante di oltre due terzi evidenzia bassi livelli di digitalizzazione. La percentuale di aziende con elevate digital capabilities è più elevata tra le medie imprese (15,9%), mentre le piccole fanno registrare percentuali più basse di imprese digitalizzate (7,8%). Nel complesso, i livelli di digitalizzazione delle PMI risultano ancora molto inferiori rispetto alle grandi imprese (9,1% contro 31%).
Differenze importanti che emergono anche nel confronto tra le diverse filiere produttive, con la filiera chimica e meccanica e le imprese ICT che superano il 30% per arrivare a quelle delle costruzioni e dei trasporti intorno al 5%.
Oopportunità di ripresa per le aziende, di lavoro per i giovani
Nel nuovo scenario economico post Covid, le aziende più digitalizzate avranno la possibilità di aggredire prima la ripresa disponendo di maggiori capacità per ottimizzare le risorse e aumentare gli obiettivi di performance. In questo senso, un ruolo importante lo svolge anche l’automatizzazione di molte fasi del lavoro di raccolta e analisi dei dati, laddove risulta complesso- soprattutto per le piccole e medie imprese- avere a disposizione figure professionali che si occupino di raccoglierli, analizzarli e trasformarli in input preziosi per il business.
È in questo contesto che si colloca la crescente attenzione che le imprese hanno rivolto all’analisi dei customer data. L’utilizzo del Customer Data Model, infatti, consente di risparmiare tempo, destinando le risorse a sviluppare analisi che verranno poi tradotte in ottimizzazione dei processi di marketing e CRM. Si tratta, per le aziende anche di piccole dimensioni, di avere accesso a una trasformazione digitale graduale ma profonda.
Approccio che rappresenta uno caratteristica distintiva di F2 Innovation, società che, proprio attraverso l’utilizzo di customer data model, modelli di analisi e un mix di competenze, ha ottenuto una crescita costante negli ultimi due anni. Per sé, ma soprattutto per le aziende accompagnate nella costruzione e gestione di una efficace presenza online nei mesi dei lockdown, in cui la sola vetrina possibile era quella digitale.
Interventi di questo tipo hanno permesso a molte piccole e medie imprese di recuperare terreno, grazie anche alla possibilità di conoscere e comprendere, in via preliminare, l’effettivo potenziale della corretta gestione dei customer data nello sviluppo del proprio business. Con il risultato che in molte hanno chiuso il 2020 con risultati addirittura migliori dell’anno precedente.
Ma il settore, in forte crescita, rappresenta una grande possibilità anche per giovani professionisti: uno dei punti di forza di F2 Innovation, infatti, è proprio il team, che unisce la presenza di manager esperti (come il CEO Alessandro Cavallo, imprenditore e docente in Università Lumsa e Luiss Business School) con brillanti neolaureati, selezionati tra quelli provenienti dalle migliori università italiane. Puntare sulla formazione e sulla crescita dei professionisti del team è ritenuto indispensabile dall’azienda, che ha l’obiettivo di crescere proprio attraverso le risorse umane, e che seleziona anche studenti per stage e percorsi di internship retribuiti.
“In F2 Innovation siamo consapevoli del fatto che molte aziende, soprattutto pmi, non riescano a sfruttare pienamente il grande potenziale che deriva dalla digitalizzazione e dal corretto utilizzo dei Customer Data” spiega Cavallo- “Per questo, stiamo continuando ad affiancarle anche rafforzando la nostra gamma di soluzioni, e continuiamo ad assumere manager e consultant. Contemporaneamente, intendiamo migliorare la nostra collaborazione con l’università, sia per favorire l’inserimento di risorse sia per migliorare ricerca e sviluppo applicati ai Customer Data”.