Da due anni a questa parte non sta sbagliando un colpo. Samantha Casella, prima con “Santa Guerra” e adesso con “Katabasis”, continua a mettere d’accordo critica e pubblico, a livello internazionale, dimostrando di essere una regista e un’attrice dalle doti straordinarie. NewsPeople l’ha incontrata.
Samantha, ti aspettavi questo positivo
riscontro internazionale anche per Katabasis?
L’accoglienza da parte delle giurie nei Festival o dalla critica è sempre un enigma, motivo in più che Katabasis non presenta una narrazione classica e
dovrebbe smuovere emozioni più profonde e viscerali. Per quanto un po’ in ansia speravo sarebbe stata apprezzata la sincerità del mio percorso così poco canonico, ma ciò che sta accadendo è oltre ogni rosea previsione.
Quale ritieni sia la scena clou di questo film?
Credo ce ne siano diverse e personalmente non saprei stabilirne una. I giurati di vari Festival
ritengono che una scena mia e di Bruno Bilotta che culmina con il suo afferrarmi al collo sia la scena più
simbolica.
Tra gli attori chi ti ha stupito maggiormente?
Considerando che Bruno Bilotta e Jacopo Olmo Antinori sono due certezze e che Vanessa Marini ha esperienza da vendere, devo dire Reyson Grumelli e
Francesco Leone. I motivi sono diversi. Di Reyson mi ha impressionato il talento cristallino, credo lo
attenda un grande futuro. Di Francesco mi ha stupita la professionalità, la capacità di entrare in modo così mirato nel personaggio.
Da regista e da attrice, questa volta, cosa hai imparato in più sul set?
L’importanza della pianificazione. Avere in mente chiaramente da tempo quali sono le location, le
scenografie, gli abiti e le atmosfere che avrei ricreato.
Gli attori che in futuro ti piacerebbe dirigere?
Amo moltissimi attori e attrici. Se penso a livelli maestosi, per quanto adori Nicole Kidman, direi
Emma Roberts, Isabella Rossellini e Vanessa Kirby. Tra gli uomini Willem Dafoe, Evan Peters e Riccardo
Scamarcio.
E Da attrice, invece, un regista dal quale ti piacerebbe poter essere diretta?
Due nomi irraggiungibili. Terrence Malick, perché possiede una poesia insuperabile, e Quentin Tarantino, perché è talmente eccentrico che
sarebbe capace di chiedere qualcosa destinato a essere indimenticabile.