Il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, è intervenuta a “WALDEN, la terra della libertà” su Cusano News 7, affrontando il delicato tema della gestazione per altri (GPA) e il ruolo dei medici nella segnalazione dei casi sospetti. L’intervista andrà in onda questa sera alle ore 21.
Roccella ha dichiarato: “Considerare i medici delle ‘spie’ è una semplificazione che non riflette la loro responsabilità. Il dovere di segnalare un reato è parte della legge, come accade per la violenza domestica, il traffico di organi o i maltrattamenti. Questa non è una novità creata per l’utero in affitto.” Secondo la Ministra, attribuire un tale compito ai medici non è un’innovazione: il dovere di denuncia è un principio stabilito sin dalla fondazione dello Stato italiano.
Sul presunto stigma sociale verso i figli di coppie che hanno ricorso alla GPA, Roccella ha voluto rassicurare: “In Italia non c’è alcuno stigma sociale sui bambini nati da GPA. Non solo non esiste, ma noto come i media celebrino spesso queste famiglie. La nostra legge è rivolta ai cittadini italiani e si limita a rafforzare un divieto già esistente, perseguibile anche all’estero.”
Parlando della stepchild adoption, la Ministra ha chiarito che essa è attualmente una realtà riconosciuta in Italia grazie a diverse sentenze, anche se non introdotta dal Parlamento: “Non capisco perché ora si chieda la registrazione automatica di genitorialità ottenute all’estero, un passo che legittimerebbe di fatto la GPA fuori dai confini italiani.” Roccella ha quindi ribadito che l’obiettivo della modifica alla legge sulla maternità surrogata è evitare che essa venga aggirata recandosi all’estero.